AISL_O presenta il libro di Bruno Scapini

L’ANOMALIA DELLA TERRA PROMESSA

venerdì 29 marzo a Roma presso la Libreria HORAFELIX è stato presentato l’ultimo romanzo di Bruno Scapini “L’anomalia della Terra Promessa”, Calibano Editore, dicembre 2023

Come si può chiaramente evincere dal titolo,  la trama concerne la drammatica situazione in cui si trova quella terra di biblica memoria che conosciamo come Palestina, e che ormai da ben oltre 75 anni conosce tragiche vicissitudini per via dello storico confronto tra popolo palestinese e Stato di Israele. Nel titolo si fa anche riferimento ad una “anomalia” che presenterebbe questa terra. Una sorta di “difetto genetico” se vogliamo che avrebbe impedito finora di pervenire ad una pacificazione nonostante il lunghissimo tempo trascorso. Il romanzo aiuta  a comprendere questa “anomalia”, e scopo della presentazione è stato proprio quello di approfondire non solo gli aspetti letterari dell’opera, ma anche, e soprattutto, quelli più controversi di natura storico-politica. La presentazione è stata l’occasione per affrontare, in sede di dialogo col pubblico, anche la questione di come si pone la guerra che si sta combattendo oggi a Gaza nel più ampio critico contesto geopolitico del momento. 

Questo nuovo romanzo di Bruno Scapini, prosegue il filone della fantapolitica che consente all’autore di trattare grandi tematiche sociali, storiche e politiche, attraverso lo strumento dell’invenzione romanzesca, purtuttavia costruendo trame non molto lontane da quello che avviene nella realtà.

Dopo la carriera diplomatica, Bruno Scapini si è dedicato alla narrativa e al giornalismo, scrivendo articoli di geopolitica per diverse testate giornalistiche e pubblicando vari romanzi: Operazione AKHtamar (Calibano editore, 2019); Arktitos. La scacchiera di ghiaccio (Calibano,2019); Artsakh. Confessioni sulla linea di contatto (Calibano, 2021); Somnium. Urla dall’universo (Calibano, 2021).  Nella sua opera la narrazione fantapolitica e di spy story è sempre legata a nefandi giochi di potere e a misteriosi progetti di militarizzazione, ma i personaggi possiedono sempre una profondità che li rende credibili sia quando delinea personalità connotate di grande crudeltà e freddezza, sia quando tratteggia profili di innegabile valore umano, saggezza e intelligenza.

Quest’ultimo libro è così attuale che sembra appena scritto: solo un attento conoscitore di fatti, ambienti, luoghi, intrecci politici e diplomatici poteva intessere una storia così intricata, avvincente e sorprendentemente realistica. La scrittura sapiente, dinamica, irreprensibile di Bruno Scapini sa ben mettere a frutto l’approfondita conoscenza ed esperienza sul campo dei luoghi e dei meccanismi politici affrontati, elaborando trame romanzate  che sospingono  il lettore anche un po’ più in là dei fatti narrati, lasciando uno spazio di riflessione e di proiezione ideale importanti.

Il titolo suggerisce sapientemente al lettore la traccia che seguirà l’azione narrativa. Esiste una “anomalia” legata alla terra “promessa” da Dio contesa fra tre popoli. Il protagonista Abraham Kenen è agente della CIA ma segretamente al servizio della parte sionista del governo Israeliano, che persegue il sogno biblico di un “Eretz Israel”, un Grande Israele legittimato a schiacciare e annientare chiunque ostacoli questo progetto. Kenen finge di assolvere al compito assegnatogli di collocare un cannone laser sul monte Ararat con lo scopo di impedire il traffico di armi verso Hamas e Hezbollah, per realizzare invece un’operazione finalizzata a scatenare una guerra senza precedenti tra i paesi arabi. Questo personaggio dalla freddezza diabolica – come quelli che quotidianamente vediamo all’opera nei territori di Gaza – sarà contrastato da tutta una serie di figure che, per vari motivi strategici e politici, hanno interesse a fermarne l’azione.

Funzionari dei vari Stati: americani, israeliani, palestinesi, armeni, turchi, giordani, sono coinvolti in intrecci e piani politici che hanno dei risvolti di forte azione e dinamicità. Così il lettore può trovarsi nella spedizione sul monte Ararat, con i suoi paesaggi e le sue pericolose gole, oppure in Palestina, ad Hebron, per una vicenda di spionaggio e sensualità tra un colonnello israeliano e una bellissima donna palestinese, oppure nell’ufficio del Segretario di Stato a Whashington, o ancora a Gerusalemme, Tel Aviv, Amman…

La parola “anomalia” ricorre frequentemente e in modo versatile, fa da comune denominatore ai vari scenari: “anomala” è la sporgenza che appare e scompare sul monte Ararat di cui non si riesce a capire la natura e si presume sia una parte della famosa Arca di Noè; “anomala” è la promessa di Dio della Terra promessa; “anomale” sono le varie spedizioni che si intrecciano; la conclusione stessa del libro rimanda a un doppio senso accattivante sul concetto di “anomalia”.

Non manca il sentimento in questo libro, sia relativo alla sofferenza del popolo palestinese e agli sforzi di chi crede nella pace, sia relativo alle storie d’amore delicate che nascono tra i personaggi appartenenti alle diverse nazionalità.

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